Sulle
strade ed i vicoli delle città si affacciavano le
botteghe degli artigiani, fervide di attività produttive
e di commerci. Nelle botteghe si fabbricavano recipienti
e vasi di terracotta di ogni foggia ispirati al gusto
greco, suppellettili ed arnesi in bronzo, raffinati
gioielli in oro e in altri metalli preziosi. Prodotti
che venivano acquistati in loco o che prendevano la via
di popoli lontani. Tra gli artigiani che lavoravano
nelle città etrusche troviamo anche appartenenti ad
altre popolazioni: soprattutto italici e greci la cui
abilità era molto apprezzata. Nei laboratori più grandi
lavoravano anche schiavi specializzati, sono stati
ritrovati infatti molti oggetti prodotti in serie che
fanno pensare ad una produzione
organizzata quasi industrialmente. Le ceramiche più
tipiche della vasta produzione etrusca furono i
buccheri. Si tratta di vasi caratterizzati dal colore
nero lucido delle superfici, determinato dalla tecnica
di fabbricazione e cottura. Nella fase più antica la
produzione di buccheri, tipica della città di Cere,
consisteva soprattutto in prodotti caratterizzati da uno
spessore sottile. Successivamente al bucchero sottile si
affiancò il bucchero pesante, con pareti spesse e
decorazioni in rilievo o applicate.
  Particolare
attenzione per la squisitezza della loro fattura meritano gli
specchi, trovati a
centinaia nelle necropoli. Il modello più
comune era quello tondo con il manico. Il retro della
superficie di bronzo era inciso o lavorato a rilievo,
solitamente con soggetti mitologici provenienti dalla cultura
greca, oppure coperto di iscrizioni. La produzione di monili
ed oggetti in oro, nella quale gli etruschi dimostrarono un
elevato grado di elaborazione tecnica capace di sfruttare le
possibilità espressive del metallo, fu ricchissima e
meritatamente famosa.
Anche nell'oreficeria trionfò il gusto
per il sovraccarico e gli effetti enfatici, sia con l'incontro
di motivi ornamentali vegetali, figurati e geometrici, sia con
l'impiego delle diverse tecniche di lavorazione, spesso
combinate insieme. Tali tecniche comprendevano l'incisione, lo
sbalzo, la fusione la filigrana e, soprattutto, la
granulazione, consistente nell'applicare sulla superficie del
metallo piccoli granelli d'oro saldati tra loro, moltiplicando
così l'effetto dell'incidenza della luce.
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